Come tutti i ragazzi della sua epoca, anche Elvio Vinzio si dedicò al calcio.
Purtroppo il crudele sistema di “fare le squadre” lo faceva scegliere sempre fra gli ultimi, e il ragazzo cominciò a intristirsi, perché già capiva che non sarebbe mai diventato il Gigi Riva del Torchio.A un certo punto pensò di giocare come portiere, ma anche qui trovò la strada sbarrata dal grande (?) Joe Pagani.
Fu così che cominciò a pedalare, e vi trovò qualche motivazione in più.
Ma i deludenti risultati ottenuti nella poche gare alle quali partecipò lo fecero rinunciare anche a questo sport.
Ma l’uomo era tutto d’un pezzo e invece di dedicarsi alla forse più adatta disciplina delle bocce o della scala 40, decise di mettersi a fare il podista.
Seguirono anni e anni di sacrifici e allenamenti nel cuore della notte, con 40 sotto zero, inseguito dai cinghiali e a volte anche dalla moglie.
Ma i risultati arrivarono e Vinzio oggi è un nome rispettato e (forse) temuto nell’ambiente delle gare podistiche.
Tanti bei piazzamenti, qualche premio, insomma il nostro buon Elvio qualche soddisfazione se l’è tolta.
È ancora all’inseguimento del suo Santo Graal, quella vittoria che lo consacrerebbe come il più grande podista del Torchio di tutti i tempi.
Ma per noi è già un mito così!
Forza Elvio!